domenica 4 marzo 2012

Il Tunnel Torino-Lione porta sviluppo: chi non lo vuole?

Le infrastrutture ferroviarie portano sviluppo, sia mentre vengono realizzate, sia con il loro utilizzo al termine dei lavori. Migliaia di operai, tecnici, addetti all'opera portano occupazione e incremento dei commerci. E portano ambiente e salute perché riduxono i traffici autostradali e il trasporto merci su gomma, molto più inquinanti.
Sono verità semplici, verificate in vari paesi europei, come ad esempio vicino a noi, in Svizzera, dove il tunnel di base del Lotchsberg, tra il 1994 e il 2007, ha portato un +1,5% di PIL in ogni anno della costruzione, e anche di più dopo, tanto che oggi le popolazioni chiedono a gran voce il completamento del secondo tubo per sostenere lo sviluppo economico.
Se quindi la Torino-Lione è un'opera che genera sviluppo, chi non la vuole? Le popolazioni della Val di Susa? Gli ambientalisti? Gli alternativi di sinistra? Forse ma soprattutto non la vogliono i proprietari di concessionarie autostradali, che vedrebbero drasticamente ridursi i loro guadagni.
E allora forse si fa peccato a pensare che, ad amplificare le paure di cambiamento delle popolazioni della Val di Susa e a spronare gli alternativi bisognosi di un mostro da combattere, sia stata un abile e ben determinata regia molto concretamente interessata. Che tra l'altro è riuscita a mettere un caro amico, Mario Virano, già amministratore delegato della Sitaf, concessionaria dell'autostrada A32 e del traforo del Frejus, la concorrente del traforo ferroviario Torino-Lione, a dirigere (o a rallentare?) il progetto.
Ogni giorno perso nella realizzazione del tunnel di base delle Alpi occidentali del corridoio 5 sono centinaia di miglia di euro che entreranno in più nelle tasche dei grandi cocessionari autostradale, a partire dal gruppo Gavio. Chi protesta contro quest'opera dovrebbe porsi qualche domanda e non fare la fine di quegli ambientalisti e sindaci del novarese che, contro Malpensa 2000, hanno fatto gli interessi di British Arways, di Air France e di Lufthansa e hanno contribuito significativamente al fallimento di Alitalia e al caro prezzo che tutti noi abbiamo dovuto pagare.